Novembre 2024 - Prima parte
Bilancio di un anno di newsletter; il mio romanzo d'esordio è fuori catalogo; "Marea tossica" e la fantascienza cinese.
Bentornati a Il riepilogo mensile, che questo mese ha compiuto un anno! Per l’occasione, festeggiamo con un numero speciale che arriverà in due parti.
Dodici mesi fa, la prima puntata di questa newsletter venne inviata a quattro (4) indirizzi email; oggi, questo numero arriverà nelle caselle di oltre sessanta persone. Veniamo da anni in cui il successo sui social network si è misurato nell'ordine delle migliaia di follower, quindi a prima vista il mio pubblico può sembrare striminzito. Eppure mi è sempre più evidente che un iscritto su Substack ne vale almeno dieci su qualsiasi altro social.
Ho scelto di aprire una newsletter perché ero sempre più insofferente nei confronti dei social network, e volevo uno spazio dove condividere quello che non mi andava più di postare altrove. A un anno di distanza, posso dire che ho praticamente smesso di creare contenuti per i social (se non quelli per promuovere la newsletter stessa) e che ne fruisco in generale sempre meno1. Leggo invece tante newsletter su Substack, dove per il momento si respira un'aria pulita anche nella sua componente social; sono conscio che la merdificazione di uno spazio digitale è sempre dietro l'angolo, ma per ora mi godo l'orticello (per un approfondimento sul concetto di "merdificazione", vi consiglio - guarda un po' - questa puntata dell'ottima newsletter Insalata Mista di Franco Aquini).
Nelle mie intenzioni questa newsletter si doveva rivolgere principalmente ad amici o persone che avevano conosciuto il mio lavoro come scrittore; volevo, appunto, che sostituisse i social network. Non ho mai avuto piani precisi per trovare un pubblico e farlo crescere, ma ho semplicemente cominciato a scrivere. Oggi i lettori di questa newsletter sono in larghissima parte persone che non conosco: molti sono arrivati di recente attraverso il meccanismo di raccomandazione di Substack (grazie di cuore a chi ha scelto di suggerire Il riepilogo mensile!) e non era così scontato che rimanessero. Leggere una newsletter, dopotutto, prende del tempo e richiede una concentrazione non compatibile con lo scroll distratto di un social network. Per questo sono estremamente grato per ogni singolo iscritto, e spero di ripagare la fiducia con dei contenuti che valga la pena leggere.
A proposito di contenuti: negli ultimi tempi ho considerato sempre più questa newsletter alla stregua di un magazine. Forse è qualcosa che inconsciamente ho pensato sin dall'inizio: lo suggerisce la cadenza mensile, ma anche la presenza di categorie tematiche (che ho sempre chiamato "rubriche"). In quest'ottica, sto sperimentando nuovi elementi: da un paio di mesi ho introdotto l'indice dei contenuti, mentre in questo numero trovate le note a pié di pagina (mio antico feticismo) e dei box con approfondimenti su titoli che non meritavano la vetrina, ma allo stesso tempo non volevo tagliare. Questo taglio editoriale - che comunque riscontro in molte altre newsletter - a volte fa sorridere anche me, ma in fin dei conti lo trovo piuttosto calzante: cos'è in fondo Il riepilogo mensile se non il magazine di cultura pop che ho sempre voluto leggere? (Non è il preludio all'inserimento di un paywall, tranquilli).
Bando alle ciance. In questa prima parte troverete:
⌨️ Scrittura: il mio romanzo d'esordio è fuori catalogo. Olè!
📖 Letture: Marea Tossica e la fantascienza cinese.
Nella seconda parte, in arrivo domenica 1 dicembre alle ore 19, si parlerà di:
🎞️ Visioni: Il gladiatore II è purtroppo quello che mi aspettavo.
🎵 Ascolti: invito alla scoperta di Sam Fender.
🕹️ Backlog: rivisitando quella pietra miliare di Half-Life.
🔗 Link: la chiusura di BadTaste e altro ancora.
Buona lettura!
⌨️ Scrittura
Aggiornamenti sulle cose che ho scritto, sto scrivendo o dovrei scrivere.
Il mondo finisce all'orizzonte - il mio romanzo d'esordio, pubblicato a gennaio 2022 da Libromania - è ufficialmente fuori catalogo. Inutile girarci attorno, è così.
Me ne sono accorto qualche giorno fa, quando ho cercato il libro su Amazon e ho notato che non era acquistabile né in cartaceo né in ebook. La notizia non è giunta inaspettata: il marchio che lo ha pubblicato non esiste più dalla fine del 2022, e io un anno fa avevo firmato un prolungamento eccezionale per dodici mesi. Finisce così la mia prima avventura nel mondo editoriale, senza troppe fanfare (ma raggiungendo in extremis le 90 valutazioni su Amazon, che buttale via).
Che succede adesso a Il mondo finisce all'orizzonte? Be', direi niente. Con la fine naturale del contratto, i diritti dell'opera sono tornati a me. Sono libero di proporlo a un'altra casa editrice - ma è tempo perso, nessuno pubblica un libro già edito e che ha fatto il suo corso (leggi: circa 1.000 copie vendute nei primi due anni). Potrei tentare la via dell'autopubblicazione - ma è un sentiero su cui non ci si improvvisa, e che richiede tempo, fatica e denaro. Per ora, quindi, il libro resterà fuori catalogo.
Tutto questo citare il Il mondo finisce all'orizzonte vi ha incuriosito, ma non sapete di cosa parla il libro? Sul mio sito trovate informazioni sulla trama e il racconto del lungo percorso che mi ha portato alla pubblicazione.
Vi sembra interessante e adesso avete voglia di leggerlo? Ci sono alcune copie in giro nel circuito dell'usato (ad esempio su eBay). Ed è presente in diversi sistemi bibliotecari su e giù per l'Italia (un plauso a quello della Valle d'Aosta, dove ne sono disponibili addirittura due copie!).
Lo avete già letto e avete una copia a casa? Questo è il momento di scommettere insieme a me sulla mia carriera di scrittore! Conservate la vostra copia, meglio ancora se ve l'ho firmata. Chi può mai sapere quanto varrà questa prima edizione tra qualche anno? (Probabilmente poco o niente, ma è una scommessa da cui avete solo da guadagnare).
Per quanto mi dispiaccia che il libro non sia più reperibile, non ne faccio un dramma. Al momento sono impegnato nella stesura di un nuovo romanzo, che sta assorbendo tutte le mie forze. Spero comunque che in futuro - in un modo o nell'altro - la storia di Colin, del capitano Blackmore e degli abitanti di Norman Island possa arrivare di nuovo a tanti lettori.
📖 Letture
Una rubrica in cui parlo dei libri che ho avuto sul comodino negli ultimi tempi.
Nonostante mi sia imposto di non comprare altri libri, la pila di volumi che ancora devo smaltire rimane consistente. È quindi con un anno e mezzo di ritardo rispetto al suo acquisto che questo mese ho letto Marea tossica di Chen Qiufan.
Pubblicato originariamente in Cina nel 2013, Marea tossica si inserisce nel filone della fantascienza cinese che negli ultimi anni ha valicato i confini della madrepatria, arrivando in Occidente. Ho seguito questo libro sin dalla sua prima pubblicazione in Italia, avvenuta nel 2020 grazie a Mondadori, e alla fine l'ho acquistato quando è arrivato su Urania2. Il romanzo mi aveva intrigato con la sua promessa di un intreccio fantapolitico su un'isola adibita a discarica: uno scenario che mi ricordava vagamente quello di un mio racconto del 2020, Il Patch. Ma c'era anche la curiosità di leggere, per la prima volta in vita mia, un autore cinese, con tutto ciò che questo comportava3.
Mare tossica è ambientato in un futuro molto vicino al nostro presente, in cui un'isola al largo della Cina - Silicon Isle, invenzione dell'autore - viene destinata dal governo a discarica e centro di smaltimento dei rifiuti elettronici. L'isola viene ben presto colonizzata dalla "gente dei rifiuti", migranti arrivati in cerca di fortuna e costretti invece in semi-schiavitù dai tre clan criminali che controllano il posto - i Luo, i Lin e i Chen. Se ci aggiungiamo anche un ambiente inquinato, ecoterroristi in agguato e un'azienda americana interessata a fare affari sull'isola, ci sono tutte le premesse per la rottura del fragile equilibrio tra le forze in campo.
Il worldbuilding messo in piedi dall'autore è solido e ricco di risvolti affascinanti. Tutta la prima parte del romanzo è dedicata a definire lo scenario e a presentare i vari protagonisti della vicenda, con un'enfasi sulle differenze tra la povera gente sfruttata e chi invece ha lucrato sulla loro pelle. Si respira l'atmosfera di certi romanzi cyberpunk - e infatti non mi ha stupito scoprire che Chen Qiufan (classe 1981) sia stato definito "il William Gibson cinese" - con innesti artificiali su corpi umani, retine intelligenti e tecnologie che pervadono il quotidiano.
Nonostante le ottime premesse, devo confessare che ho arrancato un po' nella lettura: ci ho messo un mese e mezzo, e non si tratta di un libro particolarmente lungo. La narrazione è portata avanti da molti punti di vista diversi - per quanto siano predominanti quello di Kaizong (un nativo di Silicon Isle che torna sull'isola da impiegato di una corporazione americana) e quello di Mimi (una ragazza dei rifiuti) - e questo spesso non aiuta a districarsi in una trama che si fa sempre più complessa man mano che si avanza tra le pagine. Ho riscontrato anche una certa frammentarietà nella narrazione, che mi spiego col fatto che questo è l'unico romanzo pubblicato da Chen Qiufan, autore soprattutto di racconti. Il risultato è che a tratti ho avuto difficoltà a comprendere le motivazioni dei personaggi, e alcune spiegazioni scientifiche hanno reso il tutto più complicato. Sono sensazioni che conosco bene, perché purtroppo le ho provate ogni volta che mi sono approcciato al cyberpunk letterario - ma questo è probabilmente un limite mio e non del libro.
È davvero un peccato, perché tutto ciò inficia il giudizio complessivo di un libro che ha molte cose da dire. Lo scontro tra ricchi e poveri - che culmina in una vera e propria rivolta popolare - è ben costruito; la tematica ambientalista è evidente e attualissima; il racconto di un cinese che torna a casa dopo essersi formato negli Stati Uniti aggiunge diverse sfumature al racconto; e c'è soprattutto una critica agli effetti del capitalismo sfrenato e alla società ipertecnologica che ha costruito, che si sublima in passaggi come:
I solitari, i giocatori d'azzardo, i drogati, gli innocenti... appartati negli angoli più bui o luminosi della città, e che fossero milionari oppure spiantati, tutti si godevano una comoda vita all'insegna della tecnologia, cacciatori di stimoli e contenuti informativi senza precedenti nella storia della razza umana. Nondimeno, non erano felici; per una ragione sconosciuta, sembrava che la capacità di provare gioia fosse degenerata, amputata come un'appendice, anche se il desiderio di felicità resisteva, ostinato come i denti del giudizio.
Questa era un'epoca che non sapeva che farsene degli storici. I social network, le notizie in streaming, l'elaborazione informatica in tempo reale fornivano resoconti analitici più approfonditi e circostanziati, che erano anche più semplici da capire. In un certo senso, la storia era finita, almeno in quanto pratica narrativa caratterizzata dall'incertezza.
Questo era il prezzo del progresso: chi vince prende tutto.
C'è anche una parte più propriamente fantascientifica - e pure un mecha gigante, se è per questo - che ai miei occhi è risultata meno interessante di tutto il resto. Dopotutto lo stile dell'autore è stato definito "science fiction realism", e mi accorgo che sempre più spesso è proprio questo che ricerco nella fantascienza. Resta comunque la grande capacità evocativa di Chen Qiufan (forse un tratto tipicamente orientale, chissà), capace di regalare brani come questi:
La Silicon Isle dei suoi ricordi era povera, ma vivace e piena di speranza. La gente era amichevole, ci si aiutava a vicenda. Allora, le acque degli stagni erano pulite e l'aria sapeva di salmastro. Si potevano raccogliere conchiglie e granchi sulla spiaggia. Un cane era solo un cane e le uniche cose che strisciavano per terra erano i bruchi. Oggi, invece, tutto era sconosciuto, estraneo, come se un baratro profondo si fosse aperto nella sua testa: da questo lato c'era la realtà, mentre dall'altro memorie irraggiungibili.
"I giovani pensano sempre che la Grande Muraglia si possa costruire in una notte"
"No, ma potrebbe crollare, in una notte"
Il nero inchiostro della notte non era ancora sbiadito e i lampioni per le strade rimanevano accesi, delineando il profilo della costa. Il terreno era disseminato di pozzanghere, forse residui di un acquazzone notturno, nelle quali il cielo color indaco si rifletteva fiocamente. All’orizzonte, si distingueva una tenue linea color rame, ardente di braci sopite, dilagante, annuncio di un'alba infuocata che presto avrebbe invaso il cielo orientale come una cortina di fiamme. Gli alberi stavano immobili nell'ombra, i rami calanti. Sarebbe stato un altro torrido, afoso giorno d'estate.
Al di là del giudizio sull'opera, sono contento di aver letto questo libro perché mi ha fatto affacciare su un mondo letterario per me inedito. C'è un bel pezzo (molto lungo) di Wired, risalente al 2021, con un ritratto di Chen Qiufan e della scena fantascientifica cinese. Ve lo consiglio se volete approfondire questi temi o la figura dell'autore, che di sé dice:
“I was a young boy who liked to ask, ‘Why?’ and so I turned to science for answers,” Chen says. “But when science couldn’t explain everything, I turned to science fiction.”
⭐ Voto: 3 / 5
Per oggi è tutto, appuntamento a domani alle 19 per la seconda parte!
Scrollo ancora più di quanto vorrei Facebook e Instagram, dove ormai devo fare lo slalom tra contenuti inutili per trovare quelli delle persone che seguo. X l'ho abbandonato un anno fa, anticipando il trend delle ultime settimane. Per un attimo ho pensato di saltare sul carro di Bluesky, ma poi mi sono detto che non avevo bisogno dell'ennesima piattaforma da imparare a usare da zero. Social che invece sto usando con una certa soddisfazione: YouTube, dove mi sono iscritto a diversi canali e ho persino cominciato a commentare alcuni video; Threads, che dopo mesi e mesi ha capito cosa mi interessa (libri, scrittura, videogiochi) e mi restituisce finalmente un feed interessante; e Reddit, che per anni ho evitato come la peste e invece mi sta sorprendendo con la sua struttura a forum da vecchio Internet.
Si tratta del volume di giugno 2023 della collana regolare Urania, ovviamente ormai reperibile solo usato. Curiosamente, Marea tossica era già stato pubblicato nel 2022 nella collana “Urania. 70 anni di futuro”; anche questa edizione si trova facilmente su eBay e simili. Il romanzo, comunque, è presente sia in cartaceo che in ebook nel catalogo Oscar Mondadori.
Il libro è tradotto dal cinese da Bendetta Tavani. L’edizione che ho letto comprende una nota che racconta le difficoltà nel tradurre il testo originale, che presenta una grande varietà di lingue e topoletti.
Grazie per la citazione Luigi, leggere Rielilogo mensile è sempre interessante!
Ma allora buon primo compleanno al Riepilogo Mensile 🎊